.3 Fase asintomatica
Dopo circa 4-6 mesi dall’infezione, la risposta immunitaria dell’organismo contro l’agente patogeno determina il raggiungimento di un equilibrio (set point) tra i virus di nuova formazione e quelli che vengono distrutti. I sintomi scompaiono e l’individuo infetto, detto sieropositivo, entra in una "fase asintomatica", che in media si protrae per 6-7 anni.
Nella fase asintomatica la diminuzione dei linfociti T-CD4+ sembra inizialmente arrestarsi; per 1-2 anni il numero può risalire fino a 600-650 linfociti/µl di sangue. Negli anni successivi, si verifica nuovamente un lento decremento che determina, dopo circa 6-7 anni dall’infezione, una discesa fino al valore di 300 linfociti T-CD4+/µl di sangue. La viremia, dopo il picco raggiunto nella fase acuta, scende fino a 3500 copie di RNA/ml di sangue; dopo circa 1-2 anni dall’infezione, ricomincia a salire gradualmente e, dopo 6-7 anni dall’infezione, assume il valore di circa 4500. La fase asintomatica rappresenta lo stadio della malattia più pericoloso da un punto di vista epidemiologico, perché per un tempo piuttosto lungo permette il mantenimento di condizioni di salute generalmente buone e, quindi, non induce nel sieropositivo la consapevolezza della sua condizione e l’attuazione di comportamenti volti a evitare il contagio di altri individui (ad esempio, l’uso del preservativo durante il rapporto sessuale). Per questo motivo, è consigliabile che tutti gli individui che hanno comportamenti “a rischio”, ad esempio frequenti rapporti con partner diversi, o che abbiano comunque il sospetto di avere avuto uno scambio di sangue con un sieropositivo, si sottopongano a test diagnostici, come il test ELISA (vedi oltre), per accertare se vi è stata trasmissione del virus.
4.4 Fase sintomatica: AIDS conclamata e malattie opportuniste
Non tutti i sieropositivi entrano nella fase sintomatica. La sindrome vera e propria, o AIDS conclamata, viene diagnosticata quando la conta dei linfociti T-CD4+ risulta inferiore a 200/µl di sangue o, anche in presenza di valori più alti, quando compare una delle malattie opportuniste dell’AIDS. La grave debilitazione delle difese immunitarie (condizione detta immunodepressione) rende infatti il paziente facilmente soggetto ad ammalarsi; vi è perdita di peso, deperimento fisico, estrema debolezza. Quando il numero dei linfociti T-CD4+ diviene inferiore a 50, i malati entrano nella fase di AIDS avanzata, che può durare da pochi mesi fino a 2-3 anni.
Il decesso per AIDS non è dovuto direttamente all'infezione da HIV ma alle malattie opportuniste. Le patologie attualmente considerate come correlate all’AIDS sono circa 25. L'infezione più comune è la polmonite da Pneumocystis carinii, causata da un protozoo che normalmente colonizza in modo innocuo le vie respiratorie. Anche la polmonite batterica da Streptococcus pneumoniae e da Haemophilus influenzae e la tubercolosi sono spesso associate all'AIDS. Nell'ultimo stadio, infezioni diffuse da Mycobacterium avium possono causare febbre, perdita di peso, anemia e diarrea. Altre infezioni batteriche dell'apparato digerente (dovute a Salmonella, Campylobacter, Shigella o altri batteri) provocano spesso diarrea, perdita di peso, anoressia e febbre.
Nei pazienti con AIDS si osservano frequentemente micosi o infezioni da funghi. Il mughetto o candidosi orale (infezione della bocca da Candida albicans) si presenta precocemente nella "fase sintomatica" in un alto numero di pazienti. Altre micosi sono le infezioni dovute a varie specie di Cryptococcus, importante causa di meningite che colpisce il 13% dei pazienti affetti da AIDS. Inoltre, può presentarsi l'istoplasmosi, dovuta al fungo Histoplasma capsulatum, che colpisce fino al 10% dei pazienti, provocando perdita di peso, febbre e complicazioni respiratorie o, se l'infezione raggiunge il cervello, complicanze gravi del sistema nervoso centrale, fra cui alcune forme di demenza.
Sono comuni anche infezioni virali, causate soprattutto da membri della famiglia degli Herpesvirus, tra cui quella da Citomegalovirus (CMV), che colpisce la retina e può causare cecità, e l’infezione da virus di Epstein-Barr (EBV), che può provocare una trasformazione cancerosa delle cellule del sangue. Sono inoltre comuni le infezioni da virus Herpes simplex (HSV) di tipo 1 e 2, che causano lesioni orali e perianali.
Molti pazienti con AIDS sviluppano vari tipi di cancro, il più comune dei quali è il sarcoma di Kaposi.